L’inquinamento di origine industriale è causato dallo scarico di sostanze tossiche e non biodegradabili provenienti dalle lavorazioni dell’industria, come cianuri provenienti da industrie produttrici di antiparassitari e disinfestanti, cadmio dalle industrie per la costruzione di pile e accumulatori, e cromo, residuo di industrie di cromatura e conceria.
L’inquinamento industriale può derivare dallo scarico di acque utilizzate nei processi produttivi, che contengono elevate quantità di sostanze solide disciolte, dal dilavamento delle discariche dei rifiuti solidi da parte dell’acqua piovana oppure essere causato della rottura accidentale di serbatoi e/o tubazioni convoglianti prodotti molto inquinanti che finiscono direttamente nei fiumi o si disperdono sul terreno o nel sottosuolo fino ad arrivare alle falde acquifere.
Per ridurre l’inquinamento industriale, occorre depurare le acque con filtri o vasche di depurazione prima di scaricarle e preferire, dove possibile, sostanze naturali nei processi di depurazione.
Inquinamento termico
Esiste anche un’altra forma di inquinamento industriale dell’acqua, che non riguarda il contenuto di sostanze inquinanti ma la temperatura: l’inquinamento termico. Le industrie, infatti, riversano nel mare o nei fiumi l’acqua calda usata per le loro lavorazioni. Le acque di raffreddamento, prelevate da mari, laghi e fiumi ad una certa temperatura, dopo l’utilizzo, sono restituite ad una temperatura più elevata. L’aumento della temperatura nei corpi idrici recettori causa l’alterazione degli ecosistemi acquatici e la variazione dei processi vitali. Può inoltre portare alla morte della flora batterica, utile nei processi di autodepurazione delle acque, e, nei casi più gravi, a una moria di pesci. Per ridurre gli effetti negativi dovuti allo scarico delle acque di raffreddamento, si può riutilizzare l’acqua calda prodotta per il riscaldamento degli ambienti, o per allevamenti di specie che richiedono elevate temperature.
LE SOLUZIONI
Le soluzioni all’inquinamento chimico-industriale possono essere:
- Lo sfruttamento delle energie rinnovabili: con il termine energie rinnovabili si intendono forme dienergia che si rigenerano in fretta e che vengono da fonti naturali che dopo la combustione non inquinano. Le fonti di tali forme di energia sono dette risorse energetiche rinnovabili e in generale sono risorse naturali. Per esempio sono energie di questo tipo, quelle che vengono dall’energia prodotta dal sole, dal vento e da altre energie…Grazie alla loro capacità di rigenerarsi, molte risorse energetiche rinnovabili sono “inesauribili”, cioè si rigenerano almeno alla stessa velocità con cui vengono consumate o non sono “esauribili” nella scala dei tempi di “ere geologiche“. Le energie rinnovabili sono forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili (che sono invece energie non rinnovabili) e molte di esse hanno la peculiarità di essere “energie pulite”, ovvero di non immettere nell’atmosfera sostanze inquinanti e/o climalteranti (quali ad esempio laCO2). Per tale motivo, sono alla base della cosiddetta “politica verde“. Inoltre le energie rinnovabili permettono l’uso di metodi sostenibili per il loro sfruttamento.
- Lo smaltimento dei rifiuti chimici: le grandi e piccole industrie devono impegnarsi per raggiungere l’obiettivo comune dello smaltimento dei rifiuti chimici, evitando di alterare l’ambiente. Infatti se ciò non dovesse accadere, potrebbero verificarsi inquinamenti idrici (inquinamento delle falde acquifere) e del suolo (mutamento anomalo delle caratteristiche organolettiche del terreno).