ECOMAFIA

 L’ECOMAFIA è un neologismo coniato per definire quel settore di traffici illegali propri della mafia, che si è progressivamente “ specializzato” nella gestione criminosa dello smaltimento dei rifiuti urbani o industriali attraverso la costruzione di discariche abusive, cioè non conformi ai criteri di sicurezza richiesti dalla legge.

Questo vocabolo si riferisce alla trasgressione di un articolo della Costituzione che vieta l’abbandono di rifiuti sul suolo e nel suolo,  in quanto causano non solo l’inquinamento del terreno, ma anche delle acque superflue e sotterranee.

La criminalità organizzata procede in questa attività facendo giungere, durante la notte,in zone poco sorvegliate i cui proprietari sono compiacenti e corrotti,  i camion carichi di rifiuti che riempiono solchi i quali, dopo, vengono ricoperti dal terreno.

Secondo alcune ricerche, l’Italia è un crocevia di traffici internazionali di rifiuti provenienti dai paesi europei e destinati in Nigeria, Somalia e Mozambico.

Le regioni in cui si registra il maggior numero di reati ambientali sono Puglia, Sicilia, Calabria e, soprattutto, Campania. In quest’ultima regione è stata, infatti, individuata la vasta area della provincia di Napoli compresa tra le città di Acerra, Nola e Marigliano con il nome di TRIANGOLO DELLA MORTE. Le è stato attribuito questo appellativo perché, in essa, si è riscontrato negli ultimi anni un aumento di mortalità per cancro. Secondo le ricerche dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il pericoloso aumento è dovuto all’alta presenza di DIOSSINA, sostanza nata dalle combustioni di rifiuti e, poi, finita nei pascoli degli animali da latte. Questa sostanza assai dannosa alla salute è stata ritrovata anche nella mozzarella di bufala.

Nel 2008, infatti, è nato uno scandalo in seguito a numerose analisi che ha fatto scalpore anche all’estero. Allarmato dai rilievi positivi di numerosi test, il governo della Corea del Sud è stato tra i primi a proibire l’importazione del prodotto caseario; in seguito anche il Giappone, la Cina, la Russia e la Germania hanno applicato tale sanzione.

L’Italia ha pertanto vietato la produzione di mozzarella nelle aree incriminate.

 

 

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