LE MIGRAZIONI DOVUTE ALLA CAUSE AMBIENTALI

LE MIGRAZIONI DOVUTE ALLA CAUSE AMBIENTALI      

                             

Il seguente articolo tratta l’argomento :  “Profughi ambientali” : cause e conseguenze.

L’articolo intende portare all’attenzione il tema dei migranti ambientali, cioè di quelle persone che sono costrette a migrare perché non possono più garantirsi mezzi sicuri di sussistenza nei luoghi in cui vivono, principalmente a causa di fenomeni ambientali.

Questi fenomeni comprendono siccità, desertificazione, deforestazione, erosione e altre forme di degrado del suolo, deficit di risorse, declino di habitat urbani e disastri naturali quali cicloni, tempeste e alluvioni.

È sempre più evidente che queste alterazioni degli ecosistemi hanno avuto e avranno in futuro effetti diretti e indiretti sempre più importanti sulla società e andranno ad incrementare il numero di persone costrette ad abbandonare il proprio luogo di vita per migrare altrove.

I migranti che arrivano nel nostro Paese, però, sono troppo spesso considerati come “numeri” o come un pericolo.

Invece frequentemente sono persone costrette a lasciare i propri territori perché resi invivibili dalle conseguenze delle numerose deforestazioni, guerre civili, determinati in gran parte dai modelli di sviluppo adottati dai paesi più ricchi.

L’articolo vuole quindi contribuire a evidenziare le nostre responsabilità, come cittadini del Nord del Mondo, verso le popolazioni colpite da fenomeni di deforestazione e guerre civili per superare la visione del migrante come “invasore” e favorire invece la diffusione tra i giovani di una cultura del rispetto, dell’accoglienza e della solidarietà e l’adozione di buone pratiche quotidiane per la salvaguardia dell’ambiente.

L’acqua – bene comune essenziale per la vita umana e per gli ecosistemi – sta divenendo una risorsa via via più rara, distribuita in modo ineguale e non accessibile a tutti.

Essa potrebbe essere la causa di conflitti tra comunità, regioni, stati o comunque d’instabilità politica ed economica e come tale inciderà sempre di più sul fenomeno delle migrazioni.

 

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Quasi 20 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case a seguito di inondazioni, tempeste e terremoti nel 2014: circa 62mila migranti al giorno. È un problema, quello dei disastri naturali, che rischia di aggravarsi a causa del cambiamento climatico. Ma anche è un problema che potrebbe essere ridimensionato, se soltanto si costruisse con maggiori accorgimenti e criteri più restrittivi. Così conclude il rapporto del Consiglio norvegese per i rifugiati, che ha rilasciato il rapporto “Global Estimates 2015 – People Displaced by Disasters”.

Il testo spiega che proviene dall’Asia, continente particolarmente soggetto ai disastri naturali, quasi il 90% dei 19.3 milioni di sfollati nel 2014. I tifoni in Cina e nelle Filippine e le inondazioni in India, sono all’origine di queste migrazioni forzate di massa. Solo 1.7 milioni di persone hanno dovuto lasciare la propria terra a causa di eventi legati alla geologia: il motore delle migrazioni sono gli eventi meteorologici.

(Fonte “www.legambiente.it”)

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